Le memorie di Gasparuccio: Il primo Spoto trasferito a Cattolica
(Nella foto i fratelli Spoto Francesco, Giuseppe e Michelino)
Il primo Spoto a trasferirsi a Cattolica fu il Barone Giacomo, nato il 22.7.1793 forse a Siculiana se il padre Stanislao, sposandosi con Giovanna Alfani, si è trasferito a Siculiana come ha fatto il Barone Agnello quando si sposò con la seconda sorella Alfani (Caterina). Forse però è nato a Sant’Angelo Muxaro se la famiglia non si è trasferita a Siculiana. Se non ci è nato a Siculiana, questo Giacomo, certamente ci ha bazzicato molto sia perché era il paese della madre Giovanna Alfani che aveva cospicui interessi nella zona sia perché il fratello Vitale ci risiedeva certamente dopo essersi sposato con la cugina Anna Agnello, figlia del Barone Stefano che per l’appunto si era trasferito a Siculiana dopo il matrimonio.
Il Barone Giacomo Spoto nel 1819 si sposò a Cattolica con Maddalena Montalto (26.7.1801- 2.9.1861) figlia di Giuseppe Antonio e di Domenica La Piana che portava la cospicua dote di ben 4.755 onze, come risulta dall’atto dotale. Si dice che l’artefice di questo matrimonio sia stata la cugina Anna Agnello (che poi nel 1823 sposerà suo fratello Vitale). Certamente il matrimonio con Maddalena Montalto è stato positivo per il giovane Giacomo: innanzi tutto la Montalto portava una buona dote e poi il parentado era ottimo avendo le altre due sorelle sposato un Rizzuto ed un Borsellino, famiglie emergenti nel Comune di recente fondazione.

Giacomo quindi si sposa e si trasferisce a Cattolica dove può gestire con maggior facilità tutte le terre che gli provengono dalla madre Giovanna Alfani. Si tratta delle terre del feudo Piana. Terre fertilissime che comprendevano tutte le pianure che dall’attuale strada a scorrimento veloce arrivavano a Cuci trazzera (con le alture di Giaccusa e Piconello) fino ad arrivare alle pianure di Garacciolo e poi ancora oltre il fiume Platani le grandi pianure del cosiddetto “Cavaliere” fino alle falde si Monte Sara (comprendente anche la zona dove successivamente il nipote Giacomo Maria – lu signurinu – impiantò il famoso pistacchieto). Giacomo si inserì molto bene a Cattolica tanto da diventare Sindaco del Comune dal 1821 succedendo al Marchese Gaspare Borsellino che in quegli anni risiedeva a Palermo. Quella prima volta fu Sindaco fino al 1824 ma poi per altre tre volte fu ancora Sindaco di Cattolica dal 1827 al 1828; dal 1834 al 1836 ed infine dal 1852 al 1858.
In occasione di questo matrimonio il sacerdote Rondelli di Cattolica scrisse questi versi:
Un Jacobu di chiddri sciari e disi
Vulennu la so sorti cangiari
Pi disperatu vinni a stu paisi
Circannu na cumpagna a ripitiari
Supra un muntarozzu di sali giunsi
Fici lu nidu e si vozi aggiuccari
Pirchi li camarruna eranu misi
Costu cu costu pi pinnuliari.
Giacomo morì nel 1864 (tre anni dopo la moglie) e l’inventario ereditario fu fatto presso il notaio Giuseppe Maria Giubilaro di Cattolica. Un suo grande ritratto pare che fosse in casa del pronipote Ciccetto nel palazzo di piazza Roma. Io non me lo ricordo perché ero troppo piccolo quando frequentavo quella casa. Mi piacerebbe avere una fotografia di questo ritratto. Pare che il ragazzo Gargano lo abbia disperso quando ha venduto la sua parte del palazzo all’architetto Buscemi che recentemente mi ha portato a visitarlo. Un grande ritratto ad olio della moglie (Maddalena Montalto) è nel mio studio di Cattolica.
Giacomo e Maddalena ebbero 14 figli (di cui tre morti piccoli):
3 femmine (sposate Borsellino, Gotthail ed una suora), 2 celibi, 4 si estinguono nel lato maschile e soltanto 2 avranno discendenti maschi (Francesco e Giuseppe)
a. I miei rapporti con gli Spoto.
Gli Spoto sono miei antenati per due canali distinti: da parte di mia madre e da parte di mio padre.
– Il mio bisnonno materno, Giovanni Borsellino, nel 1842 si sposò con Giovanna Spoto, una ragazza di 17 anni figlia di quel Barone Giacomo Spoto che per primo si trasferì a Cattolica. Da questo matrimonio nacquero ben 16 figli tra cui il mio nonno materno Dima.
– Il mio nonno paterno “Pepè”, nel 1895 si sposò con Marietta Spoto, figlia del Barone Francesco Spoto. Fu un matrimonio “a vota vrazzu”, “un frati e una soru cu un frati e una soru” e cioè un fratello ed una sorella lo stesso giorno si sposano con un fratello ed una sorella. In questo caso mio nonno Giuseppe (Pepè) con sua sorella Giovanna (“Vanniddra”) si sono sposati con mia nonna Marietta e suo fratello Giacomino Spoto.
Da questo matrimonio nacque mio padre che per distinguersi da cugini omonimi si chiamò a lungo Borsellino-Spoto fino a quando non si fece riconoscere il titolo nobiliare e da allora si chiamò Borsellino di Giardinelli.
Discendenza diretta quindi dagli Spoto ma anche parentela intrinseca che fino alla generazione precedente alla mia è stata sempre incombente in famiglia.
Io credo di avere l’orgoglio di identificarmi con gli Spoto, nonostante che io ho sempre dato maggiore importanza alle affinità culturali piuttosto che alla parentela, ed i miei figli a mala pena sanno che sono esistiti parenti di questo nome.
Tuttavia credo che sia giusto indagare su questi antenati e sui personaggi più illustri di questa famiglia, cosa che sommariamente faccio con queste note.
Per concludere devo però ammettere che gli Spoto hanno qualità genetiche e caratteriali superiori a quelle dei Borsellino. Gli Spoto sono estroversi, allegri, socievoli; mentre i Borsellino sono cupi, timidi, riflessivi, scontrosi. Inoltre gli Spoto sono spesso biondi con incarnato roseo e possono sembrare fisicamente più attraenti anche se spesso grassottelli e di corporatura robusta; mentre i Borsellino sono molto scuri, di carnagione olivastra, tuttavia sono sempre di alta statura e di corporatura asciutta (si diceva “altezza mezza bellezza”). Chi ha fatto notevolmente peggiorare la razza dei Borsellino nella mia generazione ed in quella di mio padre è stato uno Spoto e cioè mio bisnonno Francesco (padre di mia nonna Spoto) che purtroppo, attratto da una ricca dote, si sposò con Francesca Vaccaro di San Biagio Platani che era ritenuta “niura, curta e malucavata”. In effetti sua figlia, mia nonna, non aveva i lineamenti del viso molto regolari e sia mio padre che io abbiamo ereditato una bocca troppo sporgente nel viso. Pazienza. Comunque è colpa degli Spoto! I Borsellino dell’altro ramo (tipo mia madre o lo zio Franz) erano invece molto belli per l’influsso di mia nonna Parlapiano che erano di razza “normanna” spesso biondi e con gli occhi azzurri.
Hi it is wonderful to read about our roots
I would love to know more about my grandfather Pasqualino Vasile