Zona Archeologica




“Nella zona archeologica di Eraclea Minoa, interessante per le sue vicende storiche e mitologiche e per una posizione itineraria favorevole alla migliore fruizione, sono stati eseguiti da circa un cinquantennio scavi, ricerche e studi da parte della Soprintendenza di Agrigento, che hanno fatto annoverare la zona tra le località più note e più visitate della Sicilia. La città ubicata in un luogo ben protetto misurava circa tre chilometri di circonferenza.

Le mura appartengono a quattro periodi diversi; quelle più antiche risalgono intorno al 320-313 a.C., periodo il quale la città fu circondata da un muro intervallato da torri, porte e postierle. Il preesistente muro venne ancora più fortificato, furono aggiunti nuovi tratti e la parte orientale venne rinforzata con solide mura.
In un periodo successivo la città venne ristretta e fu costruito un nuovo muro nella parte orientale che venne rinforzato durante la prima guerra servile. Il muro disponeva di due porte una nei pressi del teatro e l’altra più a sud.
Del possente baluardo della torre si conservano un torrione circolare ed uno quadrangolare, a cui è legato un tratto della cortina muraria con sovrastruttura in mattoni crudi. Il muro di fortificazione si snoda lungo il ciglio meridionale fino a saldare la cinta esterna in prossimità della torre. Il muro è costruito in conci marno-gessosi. Lungo il percorso sono riconoscibili due porte.

(Su internet abbiamo trovato questo video, datato 1993, che mostra il Teatro antico di Eraclea Minoa nella sua veste naturale, senza copertura artificiale.)

 

Il primo strato di superficie dell’abitato risulta costituito da piccoli edifici formati da una struttura irregolare; mentre al di sotto dell’impianto di primo strato sono stati trovati resti di un impianto più antico datato IV°- III° secolo a.C. La pianta originaria era di tipo regolare, ad un solo piano, costituita da un cortile centrale scoperto, circondato da otto ambienti. L’accesso veniva dalla strada mediante un corridoio fiancheggiato da un vano bottega.
Le costruzioni di una seconda fase presentavano abitazioni alle quali si accedeva dalla strada tramite un corridoio, intorno al quale erano disposte sei vani ed un settimo utilizzato come bottega. Questo tipo di case avevano un piano superiore che era destinato ad abitazione, mentre il piano terra comprendeva i vani di servizio e i magazzini. Successive abitazioni erano costituite da un corridoio di accesso dalla strada, comprendevano due grandi vani rettangolari, piccoli vani di servizio ed un ambiente aperto.

Questo tipo di abitazione fu riutilizzato nel II°-I° secolo a.C. con sopraelevazione. Gli ultimi scavi hanno messo in luce resti di una basilica paleocristiana a tre navate e delle tombe. Le mura di cinta sono state messe in luce per l’intero sviluppo di circa sei chilometri, lungo la cresta del displuvio di un ampia vallata a Nord, correndo ad Ovest parallelamente al fiume, dove si apriva la porta Manna. All’interno di questa estesa cinta si sviluppa la città di cui sono stati messi in luce il teatro e l’abitato di età ellenistica (IV –I sec. a. C.) A sud del teatro, sul pianoro che si estende sino al limite meridionale dello strapiombo sul mare, e ad occidente sino al fiume, si sviluppa l’abitato con case ben conservate, sovrapposte in due stratificazioni: quella delle case relativa al IV – III sec. a.C. che segnò il momento di maggiore sviluppo della città e quella della fase finale della città, relative alla rifondazione dei coloni da parte del console Rupilio (II-I sec a.C.).”