400° Anniversario/ Festa di tutti i cattolicesi del mondo, discorso del sindaco e foto
Ha trovato l’unanime consenso la festa meravigliosa celebrata il quattro agosto in onore della città e di tutti i cattolicesi del mondo.Il paese per un giorno è ritornato al periodo della sua fondazione ricevendo la visita di don Blasco Isfar et Corillas che, assieme alla sua famiglia ed ai nobili del tempo, ha sfilato in corteo per le vie del Paese accompagnato da tutta la popolazione residente e da tutti i cattolicesi del mondo che sono tornati per la ricorrenza del 400° anniversario della sua fondazione. Il corteo è stato preceduto dal Sindaco Arch. Cosimo Piro e da tutti i Sindaci che l’hanno preceduto nella direzione amministrativa della Città, dalla banda musicale Alessandro Scarlatti, dai tamburanari e da bravissimi artisti di strada. Dopo il Corteo è seguito il discorso ed il saluto del Sindaco e lo scambio delle targhe ricordo con le comunità cattolicesi. La degustazione dei prodotti tipici cattolicesi offerta dall’Amministrazione Comunale, anch’essa di grande successo, il ballo liscio in Piazza ed i giochi pirotecnici hanno concluso una giornata indimenticabile. (dal sito del comune)
FOTO REALIZZATE DA DOMENICO OLIVERI CON CANON EOS 500D (nuovo acquisto di CEO)
Il Discorso del Sindaco Cosimo Piro
“C’è l’abbiamo fatta. il progetto che avevamo lanciato tempo fa, ai nostri concittadini sparsi in tutto il mondo, di rivederci quest’anno a Cattolica per festeggiare insieme il 400° anniversario del paese è diventato realtà.
Il richiamo forte della madre terra è stato accolto da centinaia dei suoi figli provenienti da ogni parte del mondo, che da qualche giorno condividono e condivideranno con noi giornate e momenti intensi di gioia e di festa.
A nome dell’Amministrazione Comunale, del Consiglio Comunale e del Paese intero dò il benvenuto a tutti nella Cattolica che don Blasco Isfar et Corillas, che oggi abbiamo visto sfilare, insieme alla propria famiglia, nelle strade della città in onore ed in ossequio di tutti i presenti, ha voluto, 400 anni fa, costruire nel punto centrale dei feudi dell’Alvano, della Mortilla, dell’Ardicola, dell’Aquilea e di Piana Vizzì.
Il corteo storico di oggi “Curriva l’annu domini 1610” ripercorre la storia di Cattolica Eraclea dalla sua fondazione.
Il Paese nato dalla convergenza di diverse persone e di diverse famiglie, accumunati dal desiderio di lavorare onestamente e di vivere dignitosamente condividendo questo splendido territorio, che nel corso dei secoli è stato colpito dal grave problema occupazionale del dopo guerra, si e’ trasformato in centro di smistamento, per ogni parte del mondo, di uomini eccezionali e donne straordinarie che, loro malgrado, sono partiti in cerca di lavoro, strappati da una terra amata alla follia, ma incapace di dare risposte ed assicurare un futuro dignitoso.
E sono andati via i figli migliori con la sola valigia di cartone piena di sogni e dal desiderio di ritornare che, forti anche della linfa vitale che solo questa terra e’ capace di produrre, con il loro instancabile lavoro, la loro incredibile volontà, l’onestà che li ha sempre contraddistinti, sono riusciti ad affermarsi in ogni parte del mondo per alti meriti sociali, scientifici, artistici, economici e politici senza mai dimenticare il paese natale e l’ identità siciliana ed italiana che in ogni occasione, con orgoglio hanno saputo mettere in risalto.
In questo giorno irripetibile, in queste piazze, storico simbolo di aggregazione, festeggiamo la nostra madre terra confermando il legame che ci unisce con voi, con i vostri figli e i figli dei vostri figli.
Questa ricorrenza del 400° anniversario patrocinata, anche se gratuitamente, dalle più alte cariche dello Stato, alle quali siamo infinitamente grati: dal Ministro del Turismo al Presidente del Senato, al Presidente della Camera e con l’altissimo patrocinio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha voluto storicizzare la sua concessione con una targa celebrativa, noi la dedichiamo a voi ed a tutti i cattolicesi nel mondo che non sono potuti venire.
Oggi abbiamo voluto offrire questo giorno di festa, che vogliamo istituzionalizzare e ripetere tutti gli anni, come segno di riconoscenza e di gratitudine per l’amore che continuate a nutrire per questa vostra e nostra amata terra.
Voi siete il nostro patrimonio più prezioso, siete lo scrigno in cui è racchiuso il tesoro dell’identità cattolicese e siciliana, di cui siamo fortemente orgogliosi e Cattolica vi ringrazia con il cuore per essere suoi ambasciatori nel mondo sempre pronti a valorizzarlo ed a tutelarlo.
Ai vostri figli, ai vostri nipoti ai vostri pronipoti simbolicamente oggi consegniamo le chiavi di questo Paese e gli concediamo la cittadinanza onoraria per sentirsi a pieno titolo, ovunque si trovino, figli legittimi di questa terra.
Cattolica Eraclea sarà sempre la vostra e la loro casa e queste piazze saranno sempre felici di accogliere voi e le vostre generazioni.
Ringrazio ed auguro a tutti buona permanenza in Paese e buon divertimento.
Grazie alle comunità cattolicesi presenti: del Canada, degli Stati Uniti, della Germania, del Venezuela, della Francia, di ogni parte d’Italia e di ogni parte del mondo.
Grazie a tutti gli ospiti ed ai turisti presenti.
Un grazie particolare va al contributo disinteressato e generoso degli Assessori, del Vice Presidente del Consiglio e dei Consiglieri Comunali che ieri sera, votando il bilancio per questi festeggiamenti, hanno dimostrato grande senso istituzionale e grande amore per il proprio paese.
Grazie alle associazioni locali socio-culturali, alle associazioni Aromi di Sicilia e Valle del Platani, alla Proloco, al Corteo Storico, all’associazione Cattolica Eraclea nel Mondo, al C.i.f., alle associazioni sportive, alla Protezione Civile locale, alle forze dell’ordine (Carabinieri e Polizia Municipale e cc), ai giornalisti Calogero Giuffrida ed Enzo Minio che hanno scritto pagine meravigliose sul Paese, sul suo patrimonio culturale e sulle celebrazioni del quadricentenario, a Cattolicaeracleaonline per le riprese effettuate, al dirigente dell’Ufficio comunale al Turismo ed ai singoli cittadini che con grande impegno ed altrettanto amore si sono adoperati per la buona riuscita delle celebrazioni.
Un altro grazie particolare va a s.e. l’Arcivescovo di Agrigento, don Franco Montenegro per avere accolto l’invito a celebrare una messa di accoglienza nel giorno di festa della compatrona Maria SS della Mercede, a padre Giuseppe Miliziano ed all’Arciprete don Nino Giarraputo che in questi giorni si è conquistata la cittadinanza onoraria per avere amato e dato a cattolica più degli stessi cattolicesi.
Ed infine ringrazio fortemente tutti i Sindaci di Cattolica Eraclea che mi hanno preceduto alla guida amministrativa di questo Paese che, con la loro presenza alla festa, hanno condiviso con me la gioia e la felicità di stare in mezzo a voi.
Grazie a tutti.
Viva Cattolica e viva i Cattolicesi nel mondo.”
Vi trasmetto la mia relazione per il quattrocentenario durante il convegno svoltosi nella chiesa del Purgatorio sita in Piazza Roma a Cattolica Eraclea il 24 maggio 2010:
Signor Sindaco, padre Nino Giarraputo, Autorità civili e religiose tutte, cittadini di Cattolica Eraclea, è con grande piacere che ho accolto l’invito del Sindaco Piro ad intervenire in questa meravigliosa giornata di festa. Non è infatti usuale che un giovane come me abbia la possibilità di partecipare insieme a personalità così di spicco, quali quelle che oggi sono qui presenti, ad un evento così importante. I 400 anni di vita del nostro Paese, infatti, non sono una sterile ricorrenza svuotata di ogni suo significato. Ognuno di questi 400 anni difatti, rappresenta il racconto della nascita e della evoluzione di ciò che il nostro paese è oggi, di ciò che noi siamo oggi. Questi 4 secoli sono la nostra storia, una storia complessa, un’avventura che nasce probabilmente migliaia di anni fa con l’insediamento di Minoa e che ha visto popoli approdare sulle nostre spiaggie e lasciarci pezzi di cultura che oggi sono patrimonio della nostra vita quotidiana. Dinnanzi al senso che questa celebrazione ha, trovo che sia necessario che tutti i cattolicensi, di qualsiasi estrazione sociale, credo politico o religioso, riscoprano il significato di essere una comunità unita che sa volgere il proprio sguardo verso un futuro migliore. Anche con pochi mezzi economici, è senza balzare agli onori della cronaca, la festa del nostro paese può essere un punto di partenza per progettare, tutti insieme, ciò che cattolica Eraclea potrà e dovrà essere in futuro. Quando penso cosa dovrà essere questo paese, non posso fare a meno di pensare alle ragioni della sua fondazione ed al significato del suo nome. Come saprete tutti, il nostro paese è stato istituito formalmente il 24 maggio del 1610 in seguito all’approvazione della Licentia Populandi, concessa a Blasco Isfar et Corillas dal viceré Duca di Escalona. Blasco, ideatore e fondatore, chiese il permesso di poter chiamare il nuovo paese Cattolica, per attirarsi la simpatia della “Maestà Cattolica” e nello stesso tempo per sottolineare l’impegno di adoperarsi a cancellare definitivamente dal territorio le ultime tracce di insediamenti urbani delle comunità saracene che erano di fede musulmana. Come si può evincere, quindi, il nostro paese si chiama cattolica volendo dare un messaggio, stando alle intenzioni del suo fondatore, di cancellazione e esclusione dei popoli che su queste terre avevano sperato di trovare migliori fortune. Ebbene, la ciclicità della storia ha dimostrato che in questi 400 anni tanti popoli hanno continuato a veleggiare, ieri con un galeone, oggi con potenti motoscafi, verso il nostro territorio, ma, contemporaneamente, il tempo ci ha anche raccontato le esperienze di centinaia di concittadini che, come i saraceni centinaia di anni fa, hanno lasciato questa terra per “colonizzare” il resto del mondo. Da questa semplice constatazione si capisce quale è il messaggio che cattolica Eraclea dovrà dare alle future generazioni, tale messaggio dovrà contenere accoglienza, multietnicità, miscellanea di culture. Se si pensa infatti a ciò che sta accadendo nel mondo, alla crisi economica, alle spinte federaliste che nascondono l’egoismo delle Regioni più ricche, ci si rende conto di quanto siano delicati gli anni che stiamo vivendo. La nostra è l’epoca del post-moderno, dove i popoli, così come intesi sino al secolo scorso, sembrano sparire. Ciò è dovuto a quanto sta succedendo oggi con la mondializzazione della cultura e dell’economia, con la scoperta del globale che è figlia della caduta del muro di Berlino, dalla fine dei due grandi blocchi che, se non si sta attenti, tendono ad essere sostituiti da dieci, cento, mille più piccoli recinti. Che senso ha oggi chiudersi in un piccolo recinto? Che senso avrebbe oggi cancellare le tracce dei popoli che migliaia di anni fa hanno, ad esempio, eretto un anfiteatro solo a pochi chilometri da qua? Naturalmente non avrebbe alcun senso, e propio noi cattolicensi, grazie all’eredità che il nostro passato ci ha lasciato, testimoniamo che un popolo che riesce a far coesistere la propria identità con quella di altri arrichisce la sua storia. Non si può infatti eludere che l’identità siciliana, l’identità di cattolica, è stata mutata da immigrati e invasori, ma al contempo, non si può ignorare che anche l’identità di immigrati ed invasori è stata mutata dalla nostra identità Questa è la contaminazione, che procede antica ma anche carica di futuro al tempo stesso. E’ un processo inevitabile che vede protagonisti soprattutto i giovani. Accanto ai porti, o alle spiaggie, che accolgono i popoli, oggi, esistono altri porti dislocati in ognuna delle nostre case. Basta avere un televisore, basta avere un accesso internet affinché le culture più lontane divengano immediatamente fruibili, portando con se nuove opportunità e nuove ricchezze. Cattolica Eraclea, dopo 400 anni di storia, sfruttando i nuovi mezzi che la globalizzazione offre e coniugandoli con un rinnovato progetto economico sociale, ha la possibilità di essere crocevia e centro per un nuovo e moderno sviluppo per il mediterraneo. Capire come realizzare ciò, è la sfida che attende la nostra comunità. Spero, pertanto, che queste celebrazioni assumano il significato di una ritrovata unione di intenti, rappresentino il necessario scatto di orgoglio che da tanti anni, soprattutto le nuove generazioni, aspettano con ansia. Questo è il tempo del ricordo ma anche dell’azione concreta, sono sicuro che tutti insieme riusciremo a costruire un futuro all’altezza dei nostri sogni.
Grato per attenzione e commenti.
Maurizio Miliziano
Tanti Aguri a Cattolica Eraclea per i 400 Anni.
Bellissima festa.
Ma..siete sicuro….ce suono certe case in Cattolica che semprano piu vecche de i Templi di Agrigento.
Sicuro che Cattolica non a 4000 Anni.
Anyways…………Tanti Aguri !