I luoghi meno conosciuti di Cattolica Eraclea
Racconto di luoghi meno conosciuti ma suggestivi del nostro territorio.
Feudo di Monfortis
Il tenimento o feudo di Monfortis seu Platani prendeva il nome dalla collina che dominava tutto il territorio e dal fiume che ne segnava il confine. Per lungo tempo la località Monforte è rimasta misteriosa, né si è data tanta importanza all’affermazione di Raimondo Falci che Cattolica era stata costruita “appiè di Monforte”. La collina ai cui piedi si estende Cattolica, altro non è che la località Principotto, oggi così chiamata perché, tra il XVIII e XIX secolo, sul pianoro soprastante c’era la dimora estiva del Principe.
Il Castello di Capodisi
Il casale di Capitis Disii o Captedi fu costruito dai romani tra la fine del II e l’inizio del I secolo a. C. nel tenimento di Monforte o Platani nell’odierna località chiamata Punta di Disi. Probabilmente l’insediamento è stato conseguente al ripopolamento dei territori appartenenti a Eraclea e, dopo la conquista romana, destinati a sviluppare e migliorare l’agricoltura. Per un certo periodo coesistette con Platani e i Romani se ne servirono anche per controllare il commercio del sale estratto dalla vicina salina. La cosiddetta via del sale, fin dai tempi più remoti, partiva dalla contrada Salina e si collegava da una parte al fiume Canne (probabilmente l’antico Camico), fino ad arrivare a Cena (nelle vicinanze di Siculiana Marina), e dall’altra alla vicina Platano, da dove, attraverso il fiume, si arrivava al porto di Eraclea.
Grotta Inferno
La Grotta Inferno è stata identificata nel 1986 in occasione dello sbancamento per il tracciato di una strada sterrata alle pendici settentrionali di Punta di Disi, in contrada Aquileia nel comune di Cattolica Eraclea. Seguirono numerose esplorazioni da parte dello Speleo Club Ibleo, del CIRS di Ragusa e del gruppo speleologico Kamikos di S. Angelo Muxaro.
Sin dalle prime indagini la Grotta Inferno nel comune di Cattolica Eraclea, ha evidenziato la presenza di cristalli di gesso all’interno della cavità, nonchè di numerosi ed evidenti interventi antropici. Se a ciò si aggiunge la presenza di una estesa discarica di frammenti di lastre di gesso davanti agli ingressi, si può ragionevolmente concludere che la grotta può essere identificata come una cava di lapis specularis.
Arco della Giudecca
Arco della Giudecca cosi denominato per il nome della collina posta di fronte alla gola, dove era stata fondata l ‘antica città di “platano”. Un arco creato dai romani per collegare le colline dell’entroterra (dove si estraeva le pietre di cristallo) con il fiume Platani.
La Necropoli Rupestre di Branda
Nel territorio compreso tra Siculiana, Cattolica Eraclea ed Agrigento, subito dopo la zona di Matarana, troviamo la necropoli rupestre di Branda. In questo luogo si respira il profumo della storia: un posto meraviglioso in cui è possibile osservare un’interessantissima necropoli rupestre e un paesaggio mozzafiato. Tra i contadini e i pastori del posto si rileva una particolare denominazione del toponimo: ” u Tempiu”.
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