Gasparuccio: Conclusione e mio profilo
Con le 39 puntate precedenti si concludono “le Memorie di Gasparuccio”. Domenico Oliveri, benemerito “editore” che mi ha spinto a questa impresa, ora mi chiede di continuare questa rubrica con un nuovo ciclo riguardante la mia autobiografia. Forse lo farò anche se l’impresa mi sembra molto ardua. Intanto ho scritto questo mio breve profilo. Poi si vedrà.
Profilo
– Sono nato a Palermo il 21.02.1937 da antica famiglia siciliana, originaria da Cattolica Eraclea (AG).
– Orfano di padre a solo 6 anni, ho fatto le elementari privatamente a Cattolica ove si erano rifugiati i miei genitori negli anni della guerra.
– Ho frequentato le Classi Medie ed il Ginnasio presso i Gesuiti, prima al Collegio Pennisi di Acireale e poi all’Istituto Gonzaga di Palermo.
– Negli anni cinquanta ho frequentato il Liceo Garibaldi di Palermo nella gloriosa sezione B con i mitici professori BUSCIO (Italiano), MUCHACCIA (Latino e Greco) e CARLO GRECA (Storia e Filosofia).
– Mi sono laureato in Scienze Politiche presso l’Istituto Cesare Alfieri dell’Università di Firenze. Allievo di Giuseppe MARANINI, Giovanni SPADOLINI, Pompeo BIONDI, Giovanni SARTORI.
– Ho pubblica la tesi di laurea (relatore Stefano SOMOGY) sull’emigrazione da alcuni Comuni dalla Provincia di Agrigento, in una rivista specializzata (Sicilia al Lavoro) diretta dal grande storico della Sicilia Francesco RENDA.
– Mi sono sposato a Firenze nel 1963 con Fiamma GORDIGIANI, ultima discendente della celebre famiglia di artisti (musicisti e pittori) con la quale per tutta la vita ho stabilito un sodalizio che dura da oltre 60 anni.
– Ho due figli: Giovanna nata nel 1965, medico neurologo, ricercatrice scientifica, e Francesco nato nel 1969, restauratore ed agricoltore a titolo principale (ATP).
– Ho iniziato a lavorare a Roma nel 1963 presso la Confartigianato/Confindustria.
– Funzionario di Partito prima presso la Direzione del PSDI (Giuseppe SARAGAT, segretario) e poi presso la Direzione del Partito Socialista Unificato, ove ero Vice Responsabile della Sezione Economica (Responsabile Antonio GIOLITTI).
– Componente la Segreteria o il Gabinetto di vari Ministri (Lami Starnuti, Tanassi, Siro Lombardini) presso il Ministero dell’Industria, della Difesa e delle Partecipazioni Statali.
– Per tre volte mi sono impegnato nella politica locale a Cattolica, presentando il simbolo della Socialdemocrazia alle elezioni comunali e per tre volte il candidato da me presentato è stato eletto divenendo l’ago della bilancia per la formazione della Giunta: Nel 1968 con il Geom. Salamone, nel 1973 con Peppe Tortorici e nel 1978 con Pina Manno.
– Con la scissione socialista del 1969, ho abbandonato la politica attiva e sono stato assunto a livello di Dirigente presso l’EGAM prima e presso l’ENI dopo, (Enti di Gestione delle Partecipazioni Statali).
– Dopo la crisi delle Partecipazioni Statali, sono passato alla INSUD prima ed alla FINAM dopo (Società Finanziarie della Cassa per il Mezzogiorno) con il compito di rappresentare l’Azionista nelle varie società del settore manifatturiero, turistico e forestale con la qualifica di Presidente e/o Amministratore Delegato.
– Con tale qualifica, negli ultimi dieci anni di vita lavorativa, ha avuto una grande libertà di movimento che oltre al successo imprenditoriale nelle società affidatemi, mi ha consentito di occuparmi dei miei interessi patrimoniali, culturali e spirituali.
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– Raggiunto il pensionamento già all’età di 58 anni, mi sono trasferito a Parigi, ove ho comprato casa in Rue Jacob, per occuparmi con tutta serenità del mio hobby preferito: la Storia dell’Arte e la Pittura dell’Ottocento.
– Nel 1994 ho pubblicato con l’Editore Allemandi la monografia sul pittore ritrattista Michele Gordigiani, avo di mia moglie. Tale studio si trova nelle biblioteche dei musei e degli Istituti di Storia dell’Arte di tutto il mondo.
– Vice Presidente dell’Archivio dei Macchiaioli (presidente Dario DURBE’), ho collaborato all’attività dell’Istituto e ho pubblicato un saggio su Antonio Puccinelli.
– Con l’indole del ricercatore filologico, ho scritto (solo per lasciarne memoria in archivio) centinaia e centinaia di pagine sulla Sicilia, sulla mia famiglia e sulla famiglia di mia moglie sia della parte fiorentina che americana (vedi indice con elenco degli scritti inediti).
Ho pubblicato a stampa soltanto la Relazione Generale al Convegno sul centenario della morte di Michele Gordigiani (Atti del Convegno organizzato a Palazzo Giugni ed a Palazzo Pitti) e la Relazione al Convegno di Striano su Giulietta Gordigiani e Gabriele D’Annunzio (Relazione apparsa su “La Nuova Antologia”).
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– Fin da studente universitario ho sempre gestito in economia diretta, sia pure da lontano ma con frequenti presenze, l’azienda agricola di famiglia a Cattolica Eraclea ove ho introdotto nuovi sistemi di allevamento della vite (“il tendone”), diventando il primo produttore di uve da mosto del paese.
– Socio fondatore delle Cantine Torre Salsa (Avvocato MORGANTE Presidente) e Settesoli (Vito PLANETA e poi il figlio Diego, Presidente).
– Promotore della forestazione in terreni agricoli non vocati, ho trasformato tutte le terre seminative, mie e dei miei fratelli, in boschi nel quadro di un vantaggioso programma promozionale dell’Unione Europea.
– Il 26 settembre 2003 al Convegno di ITALIA NOSTRA, “Progetto paesaggio agrario e PAC”, ho svolto la Relazione “Dall’agricoltura all’ecologia ed alla forestazione con i regolamenti comunitari. Testimonianza di un utente siciliano”.
– Iscritto alla ADSI fin dalla fondazione della Sezione Sicilia (Giovanni TORTORICI Presidente Regionale e Nicolò PASOLINI DALL’ONDA Presidente Nazionale) mi sono sempre occupato del restauro del settecentesco Palazzo Barocco della famiglia in Cattolica Eraclea che ho unificato, riscattando le quote dei miei fratelli e dei miei cugini.
– Amante della natura incontaminata, ho sempre avuto case di vacanza ove ho trascorso lunghi periodi in “location” straordinarie sia al Mare (Porto Ercole) che in Montagna (Dolomiti di Siusi e di Selva) ed anche in Sicilia (Cappellania).
– Nelle notti insonni è di grande conforto il ritorno con la memoria agli anni felici della mia prima infanzia nel paesello di origine. Il ricordo corre anche alla grande soddisfazione di essere riuscito a vivere in posti straordinari, tra i più belli del mondo. Luoghi da Sindrome di Stendhal, (cioè Bellezza da svenire):
– Roma
Tornando da Villa Doria Pamphili, arrivato al tunnel che porta al Lungotevere, mi auguro che il semaforo sia rosso per potermi soffermare ad ammirare ancora una volta l’eleganza della Cupola di San Giovanni dei Fiorentini in Via Giulia. Roma città delle cupole.
– Parigi
Nella passerella pedonale sulla Senna tra il Louvre e l’Accademia di Francia, mi siedo sempre su una panchina a metà del ponte e volgo lo sguardo a 360 gradi. Straordinario. Questa è Parigi.
-Porto Ercole
Quando in barca si passa la “Punta dell’Avvoltore” e si dischiude la scogliera sconnessa delle “Cannelle”, ci si ritrova in un paesaggio di straordinaria bellezza, con la vista dell’Isola Rossa e Giannutri in lontananza e poi più lontano talvolta si intravede l’isola del Giglio. Non a caso l’Argentario è considerato come uno dei posti più belli del mondo.
– Siusi
Venendo da Castelrotto, subito dopo la Rotonda, all’altezza del bivio per l’Alpe, bisogna fermarsi per qualche secondo ed ammirare ancora una volta lo Sciliar. Visione impareggiabile da quel posto. Ah le Dolomiti. Tutto un’altra cosa.
– Cappellania
Certi tramonti a settembre lasciano storditi: il sole si abbatte sulla montagna di Santa Maria che diventa rossa come una palla di fuoco.
Ultimi anni
Molto velocemente stanno trascorrendo questi ultimi anni tra angustie ed affanni legati ai normali acciacchi della vecchiaia. Ora sono subentrate anche angosce e depressioni provocate da incomprensioni e da problemi psicologici familiari. Sono sereno però perché so di aver fatto sempre il mio dovere soprattutto verso i miei figli. Certo, io sono molto pragmatico e non capisco i problemi psicologici. E’ un mio grande difetto che mi provoca grande depressione che non fa bene alla mia salute.
– Ed infine mi sono occupato di alberi e piante.
Ho piantato forse 100 mila alberi da bosco:
– Pini a Cuci Cuci, San Pietro, Giardinelli e Maurici
– Cipressi a Cuci Cuci
– Carrubi al Ponte ed a San Pietro
– Noci al Ponte e Giardinelli
– Pioppi a San Pietro
– Olivastri al Ponte.
– Mandorli a Cappellania
Tra tutti gli alberi che ho piantato quelli che considero i miei alberi preferiti di cui vado subito a guardare lo stato di salute appena arrivo, sono:
– Il Carrubo di Cappellania accanto la cucina.
– Il terebinto di Cappellania accanto al posteggio.
– le due palme di Cappellania.
– Particolare simpatia mi fanno gli alberi di arancio di Verdura, trapiantati al Pizzo ed a Cappellania.
– Ma quello che considero il mio vero albero è lo Jacaranda del cortile del Palazzo a Cattolica. Ricordo bene quando l’ho comprato presso il Vivaio Gitto di Palermo ed il suo trasporto a Cattolica sul tetto dell’autobus; il momento della sua messa a dimora con mia madre dal terrazzo che dirigeva le operazioni; il patema d’animo quando una notte per il forte vento a mulinello si è spezzato e la medicazione artigianale fatta da Max Deliss.
– Poi ci sono due alberi che mi piace ricordare: stanno al Ponte. Il primo è un ulivo centenario proprio al confine sulla strada. Bellissimo e monumentale esemplare di Ulivo piantato dai Saraceni. Non sono riuscito a tenerlo sempre ben coltivato attorno. Il secondo è uno strano albero di pistacchio cresciuto dentro un albero di ulivo. E’ vicino alla casa con la torretta.
– Infine tutti gli ulivi che ho trapiantato lungo la strada interna che ho creato al Ponte quando ho fatto l’impianto di forestazione. Alberi strani ed inquietanti. Vederli di notte alla luce della luna.
E le piante?
Basta andare al giardino del Pizzo o a quello di Cappellania per averne una idea. Tra tutti vorrei ricordare 4 buganvillee piantate da me:
– A Cappellania avanti la porta del magazzino contro il pilastro dell’antico cancello.
– Ancora a Cappellania contro il pilastro del nuovo posteggio.
– A Cuci Cuci all’angolo della casa, ex comodato Hordet.
– A Giardinelli all’angolo di quel che è rimasto della vecchia casa colonica.
Insomma la mia vita è stata una vita operosa, piena di amici come risulta anche dal libro delle firme delle centinaia e centinaia di ospiti ricevuti nel Palazzo di Cattolica. Questo però è dovuto alla socievolezza di Fiamma che per oltre 60 anni mi è stata sempre accanto. 60 anni di matrimonio li abbiamo festeggiato lo scorso 29 settembre 2023.
L’insegnamento che vorrei lasciare ai miei discendenti è il seguente:
L’indipendenza economica derivante dall’attività lavorativa è il fondamento per la vita dell’uomo. Se ci sono beni di fortuna, bene. Ma i redditi derivanti da questi beni devono essere aggiuntivi ai redditi da lavoro che devono assicurare una vita dignitosa.
Ora che sono nella estrema vecchiaia, pieno di malanni ed acciacchi, una delle poche soddisfazioni che ho è quella di consultare il mio conto in banca e constatare che ormai, qualunque cosa accada, non potrò ridurmi in miseria ma avrò sempre la possibilità di pagare un paio di badanti che possano accudirmi fino alla fine senza la necessità di ricoverarmi in una casa di riposo per vecchi. Inoltre ho la soddisfazione di lasciare integro, se non aumentato, il patrimonio ereditato dalla passata generazione.
Nei rapporti con i miei figli ho cercato di lasciarli sempre liberi non interferendo mai nella loro vita privata, lasciando loro come insegnamento fondamentale il mio esempio di stile di vita morigerata ed operosa con comportamenti sempre onesti e corretti e facendo sempre il mio dovere.
Con i miei nipoti, poi, al momento della loro formazione, ho stabilito un dialogo e per un anno intero ho avuto uno scambio di lettere mensili sui temi fondamentali della vita. Sui “massimi sistemi”. Ne è derivato l’opuscoletto “Gocce di saggezza” che raccoglie tutte le mie lettere e le loro risposte.
Vorrei concludere citando i tre fondamentali precetti del Diritto Romano che esprimono più che una norma giuridica, un ideale etico alla base della nostra civiltà occidentale:
– honeste vivere
– alterum non ledere
– suum cuique tribuere.
Cioè vivere onestamente, non fare danni ad altri attribuire a ciascuno il suo.
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