“L’A LLAMMICU”, poesia di Baldo Gurreri
LONTANI RICORDI (AMARCORD)
L’A LLAMMICU
(questa poesia mi è stata ispirata da
un carissimo amico, che è dovuto
emigrare all’inizio della sua giovinezza)
Come luccicavano luminose le stelle
Nelle notti d’estate erano faville
Con le campagne ancora assolate
Il cielo era tutto pieno di scintille
La luna splendeva nel firmamento
Io sul mulo col carico di frumento.
Erano giorni e notti di duro lavoro
Per accumulare un piccolo tesoro
Quel pane benedetto dalla fatica
Che alla fine poi ci dava ristoro
Guardavo le colline a me di fronte
Più lontano le montagne giganti
E pur tenendo la paura nel cuore,
ammiravo te mia splendida luna
passando il guado per vincere il timore
perché temevo che potessi affondare.
E vedevo scorrere fino al mare il fiume
rimanevo così, incantato a fantasticare
come un uccello che mette le piume
senza sapere che proprio quel mare
avrei dovuto tra breve attraversare
sul grande mare Oceano dovevo volare.
L’uomo sa dove nasce, ma poi cresce,
non sa dove andrà e dove la vita finisce.
Sto bene ormai, in questa terra lontana,
tanto benessere in questa vita mondana.
Eppure mi succede una cosa molto strana:
c’è qualcosa nel cuore che non si sana
che noi chiamiamo, ora vi lu dicu,
col nome intraducibile di “ALLAMMICU”.
Per capirlo meglio seguite la mia via
e scoprirete che cos’è la NOSTALGIA!!!
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