“L’ORA ZERO E’ GIUNTA”, poesia di Pino Pennino
L’ORA ZERO E’ GIUNTA
Tic tac. Signori è l’anno novello.
In questo istante sorge un nuovo anno;
questo momento solo e così bello
è morte e vita insieme, tutti sanno.
In questa notte splendida, serena,
che in un col freddo luccica di stelle,
sentendomi nel cuore un po’ di vena
vò col pensiero alle cose novelle
scarabocchiando qui qualcosa in rima.
Ho sentito già suonar l’ora zero, …
prego, un momento, non mi avete in stima?
E’ il duemiladiciassette, è vero.
Si, è lui, piccolino, ancora in fasce;
discerner non so se ride o piange, si:
risa, baldoria, pianto e … si pasce
di confusion che la gente crea così.
Lo porta in braccio l’anno già passato;
lo porge a noi: eccovelo auguri;
che il nuovo anno sia più fortunato
a voi di quanto diedi giorni duri!
E se ne va vecchio, dimenticato.
Si volta indietro, guarda il piccolino
e poi scompare triste e affannato
nel dir: il buon dì, vedesi al mattino.
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Si, la vita è così: confusione, caos, un misto di gioie, dolori
amarezze, lotte, ansietà, disperazioni, speranze e delusioni.
La vita è lotta. Siamo soldati e non tiriamoci indietro ad ogni
piccola , o grande avversità. Oltre che la ragione, la Fede ci
aiuterà. Lottiamo, ma con sereno animo e con Amore.
Allora ogni cosa ci apparirà meno dura e più sopportabile.
Milano, 01.01.1964
L’Ultimo dei Vichinghi
Pennino Giuseppe
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