La Comèdie, Il Purgatorio 1-44
Era tutt’altra cosa il Regno medio,
più calmo, più tranquillo, tanta speme,
di certo meno cupo e meno grevio
e a visitarlo s’era ancora insieme.
Stavolta io non ebbi svenimento
e la mia Guida alfin se n’è gioito,
non vi eran feste nè divertimento
e un paesaggio poco colorito.
Pineta folta, verde e rinfrescante,
ma sempre posto d’alta penitenza
non certo di vacanza scialacquante
soltanto più perdono e più clemenza.
Si viaggiava con un po di luce
ed io seguivo sempre i passi suoi,
era caparbio che sembrava un “duce”
il meglio delle Guide che tu vuoi.
Un venticello i chiomi svolazzava
un ponentino che rendeva gai,
caligine non troppa se ne alzava
e buio fitto non avemmo mai
ci confortava un rumorio marino,
che presagiva un ir non faticoso,
l’inizio almeno non ci parve spino
meno straziante e meno spaventoso.
La forma di quel regno era saliente,
e allor dalla sua base cominciammo,
certo era un percorso non ridente
e un po nell’affrontarlo faticammo.
Vi era una gran piana molto estesa,
che nel guardarla un poco la tememmo,
così prima speranza si fu arresa
e infatti i primi rischi li scorgemmo
Subito ci inoltrammo in scure zone
ch’erano quasi uguali alle infernali
e ci raggiunse intenso un acquazzone
sicuramente apportator di mali.
E quando a riparar ci fummo messi
ci giunse un canto di ragazza triste,
restammo zitti, attoniti e perplessi
pensando a che facesse in quelle piste.
Difatti il meno grigio Purgatorio
di certo meno nero dell’Inferno,
non era vero ambito territorio
ma suol di penitenza e pur di scherno.
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