E se soffiasse un vento di pacificazione?
di Angelo Guaragna
Da qualche tempo, seguo da Agrigento le vicende politiche del mio paese e noto come esse siano farcite più che di politica di vere e proprie incomprensioni e chiusure reciproche che per forza di cose non potranno mai portare a niente di buono. E’ possibile che in un paese di cosi pochi abitanti si sia arrivati alla formazione di due fazioni cosi diametralmente opposte? che non si parlano, che non collaborano, che non si rispettano, tradendo entrambe quindi, il mandato affidatogli dai propri elettori che era quello di lavorare per il miglioramento in generale della situazione del paese e per il suo futuro che si intravede cupo e nero a causa della grave crisi che sta attraversando non solo il loro comune ma anche la nostra martoriata Regione? Quando a seguito del ’68, noi giovani di allora cominciammo ad interessarci di politica, lo facemmo con altro spirito, forse troppo rivoluzionario, sicuramente di vero amore per Cattolica Eraclea. Nei nostri primi comizi e dai nostri pulpiti, agli avversari politici non gliele mandavamo a dire, non risparmiavamo nulla, li bersagliavamo su tutto, ma senza venire mai meno al rispetto nei confronti delle loro persone e delle loro convinzioni politiche. Perchè non ricordarlo a chi fa politica oggi in paese ? Noi giovani “comunisti” di allora, eravamo riusciti ad intrattenere un buon rapporto di dialogo politico e di rispetto personale con G.Ippolito, C.Re, C.Sciangula, G.Piazza, R.Miceli, P.Argento, D.ed A.Bentivegna,etc…
Queste mie righe vogliono solo essere uno sprone ai miei compaesani affinchè siano uniti nel pensare un paese risollevato, ad una politica di maggiore solidarietà verso i più deboli e di grande attenzione verso le due grandi ricchezze di cui essi dispongono:: l’agricoltura ed il turismo. Le “cannibalizzazioni” politiche saranno politiche , ma sempre” cannibalizzazioni” sono. E non producono buoni frutti.
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