“Primavera” – poesia di Bagur
Scendeva Primavera col fido Zefiro
A cullare i sogni dei giovinetti amanti,
col suo manto bianco-amaranto
a disegnare i fiori e l’incanto.
E si posò leggera e leziosa,
come petalo di rosa
cullato dal vento.
Ed ecco sgorgar dai prati
Fiori dai mille colori
E frusciar d’ali dalle mille tinture
sommessi ronzii e mormorar di fronde
rotto ogni tanto da mille silenzi lontani,
là dove il cielo si sposa col mare…
Io credo che quando Dio creò il mondo,
volle dargli l’impronta del paradiso
e alla fine quando si riposò,
stanco a sera, guardo la sua opra
soddisfatto e volle chiamarla Primavera!
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