Il boss Domenico Terrasi suggerì all’imprenditore di “oliare i meccanismi” visto che il Comune di Cattolica Eraclea ritardava nei pagamenti alla sua ditta. L’imprenditore Capobianco ha raccontato in aula, deponendo al processo “Minoa”,
i suoi rapporti con il boss Terrasi e col figlio Giuseppe, 40 anni imputato in questo troncone insieme a Gaspare Tutino, 41 anni, e Paolo Miccichè, 36 anni; tutti di Cattolica. Sono accusati di associazione mafiosa. Secondo il pm della Dda Fernando Asaro, Terrasi (alle spalle una condanna già scontata nel processo Akragas) avrebbe continuato a gestire insieme al figlio la famiglia mafiosa del paese dopo la sua scarcerazione. Altri cinque imputati, fra cui lo stesso Domenico Terrasi, sono stati giudicati con il rito abbreviato. Gli altri tre (difesi dagli avvocati Buggea, Lucia, Martorana, Danile e Quattrocchi) sono invece sotto processo davanti alla seconda sezione penale presieduta dal giudice Franco Messina.
[conferenza minoa] “Nel 2005 – ha raccontato in aula l’imprenditore Capobianco – con la mia ditta ho svolto dei lavori di rifacimento del manto stradale a Cattolica Eraclea. Per comodità ho preferito rivolgermi a una ditta del posto anziché portare i miei mezzi. Mi sono rivolto all’azienda di Giuseppe Terrasi, ma non ricordo chi me la segnalò”. Le domande del pm si soffermano sulla figura del padre, all’epoca reduce dalla condanna nel maxi processo “Akragas”. “Sapevo che il padre di Giuseppe Terrasi – ha aggiunto Capobianco – era un uomo di rispetto perché lo avevo letto sui giornali. L’ho conosciuto nel capannone del cantiere dove stavo facendo i lavori”. In un’intercettazione agli atti del processo si sente il boss Terrasi suggerire all’imprenditore di pagare una tangente per sbloccare i pagamenti del Comune. Capobianco in aula ha glissato dicendo di non ricordare del tutto. Subito dopo è iniziato l’esame del comandante della Dia di Agrigento, Antonino Caldarella, che continuerà il 9 ottobre. Nel processo sono parti civili il Comune di Cattolica, la Provincia regionale e la Regione con l’assistenza degli avvocati Amato e Cusumano.Gerlando Cardinale
Da: Giornale di Sicilia
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