Antonino Pennino nasce nel 1939 a Cattolica Eraclea (AG).
Si è laureato a Palermo nella facoltà di lingue e letterature straniere. Ha svolto la sua attività didattica a Mannheim per incarico del Ministero degli Affari Esteri. Ha collaborato per il settimanale “Corriere d’Italia” di Francoforte. Il suo primo romanzo, “Il nipote di don Calogero”, è stato pubblicato nel 2011 e tradotto anche in tedesco.
Proprio in questi giorni torna con un nuovo romanzo dal titolo “Il pensiero, che uccide”.
Il protagonista del romanzo “Il pensiero, che uccide” ( Der Gedanke, der t0tet) – ci racconta il professore Pennino – è Vittorio, un giovane, che impara a usare il suo talento dialettico per arricchirsi. Con l’uso della retorica conquista il suo pubblico e entusiasma le masse.
La sua carriera politica è subito un successo vero tanto che può dedicare il suo tempo libero a contare la sua ricchezza, che ha in deposito.
Durante un breve soggiorno a New York Vittorio conosce l’americana Agata, che s’innamora non solo di lui, ma anche di Catania e dell’isola dopo una sua visita. Entrambi formano una famiglia, che fa spola tra Sicilia e New York.
All’inizio vince l’amore sulle differenze culturali e morali tra di loro, più tardi verranno a galla discrepanze insuperabili, che si superano dapprima perché vivono molto tempo lontano l’uno dall’altro per la sua carriera politica, a cui Vittorio in Italia si abbandona con passione.
Nella sua funzione come ministro approfitta del sistema politico corrotto per arricchirsi e si scopre di essere un ingordo insaziabile. Inoltre usa tutte le sue escogitate astuzie per nascondere il suo capitale illegale.
Alla fine investe quasi l’intero suo avere in borsa come l’ultima spiaggia sicura, ma lo perde pressoché tutto. Dopo di ciò si sente così ingannato che la sua ira lo porterà a pianificare un delitto perfetto contro un furbo industriale svizzero.
Un giovane di Milano porta avanti un movimento politico, che vuole spazzare via i partiti perché le loro ideologie spaccano la comunità. Un brutale assassino, che difende le ideologie, lo uccide barbaramente. La sua morte farà piangere i suoi tanti iscritti fedeli
A Catania il capo della malavita ricatta i genitori del ministro dell’Interno, che possiedono una catena di supermercati. Vittorio è impotente di fronte al dilagare del fenomeno delinquenziale, ma il suo vero interesse è rivolto ai voti del suo elettorale qualunque sia la loro provenienza.
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