E’ morto Pasqualino Prudenzano, nostro caro amico Pagliararo d’adolescenza e della prima gioventù e voglio ricordarlo con questi versi.
E costeggiando un piccolo ruscello
ricco di acqua pura senza sale,
vedemmo impomatarsi e farsi bello
‘o Pagliar de Napule PASQUALE !
Stava deliziandosi cantando,
ah si ! che grande merito avrà avuto
faceva il ” figo ” e lo facea con vanto
con quel suo bel dialetto mai perduto.
Si era appena tolto dal dormire
tutto docciato, fresco e ben pulito,
forse per qualche viaggio ripartire
pacioso, lieto, tondo e divertito.
E l’avvolgeva limpida e tranquilla
un’aria fine e solita allegria,
si sorseggiava un dito di Oro Pilla
e poi una chiacchierata in compagnia,
prelibatezze e dolci d’ogni sorta
sul tavolo vassoi traboccanti,
vita che l’appassiona e lo conforta
trattato insomma con i gialli guanti.
Eppoi guaglione belle in ogni lato
che a nostra vista stavano cantando,
a rinnovar l’invito è ritornato,
però, di già, ce ne stavamo andando.
Trattandosi di un Pagliar piccoletto
e certamente immune da peccati
gli riservavan tutti grande affetto
e apprezzamenti molto riservati.
Infine lo lasciammo a bella vita,
per avviarci incontro ad altri eletti.
lieve, dolce e leggera la salita,
altro che quei dirupi maledetti !
(A.G. La comèdie,1970/1973. Parodia della Divina Commedia, Il Paradiso versi 225-256)
Bravo Angelo hai ricordato il tuo caro amico nella migliore maniera,lo ricordo anch’io con tanto affetto.
Molto toccante..
Ricordo Pasquale, molto preparato ed educatissimo.