Nel settembre del 1615 il duca Blasco Isfar et Corilles morì a 65 anni e fu sepolto a Palermo nel Pantheon di San Domenico, in un sarcofago che si trova al centro della parete destra. Il sarcofago, in prezioso marmo nero, fu fatto erigere dalla figlia Giovanna per seppellirvi degnamente entrambi i genitori. Ai lati del sarcofago, sorretto da due leoni, sono incisi gli stemmi di famiglia Isfar, Corilles e Del Bosco e Cajetano.
Nel 1861 per opera dei Domenicani il sarcofago fu spostato in un angolo disadorno per dar posto al monumento dedicato a Francesco Crispi. Il trasferimento è testimoniato dalla seguente iscrizione posta sulla parete:
Ne indecore iacere
huc trasferri voluere
dominicianae familiae alumni
Anno MDCCCLXI
Durante lo spostamento, per negligenza degli operatori, si è smarrita la lastra di marmo posta vicino al sarcofago, che era del tenore seguente:
Don Blascus Isfar et Corilles,
Catholicae Dux,Siculianae Dominus,
inter Regni proceres seu domi sive militiae
unicus heros pauperumque pater,
XIII attingens lustrum hic cum D. Laura Caietano,
virtute ut lege coniuge degnissima contegitur.
D. Johanna del Bosco Misilmerii et Catholicae Dux filia
Non sine lachrimis P.
Dalla traduzione della scritta della lapide si evidenzia che per volere della figlia Giovanna: Don Blasco Isfar et Corillas (o Corilles) Duca di Cattolica e Signore di Siculiana, fra i patrizi del Regno grand’uomo incomparabile in pace e in guerra, benefattore dei poveri, giungendo al tredicesimo lustro (65 anni) fu qui seppellito unitamente a Donna Laura Cajetano, degnissima e virtuosa moglie, per essere uniti per sempre.
Trovandosi il predetto sarcofago in stato di abbandono, credo che sarebbe opportuno richiedere alle autorità competenti l’autorizzazione a poter trasportare il sarcofago a Cattolica e trovargli una degna sepoltura nel paese che ha fondato.
Cosa ne pensate?
Sicuramente sarà condivisa da tutti i paesani.
Sono d’accordo con Franco Mangiapane. Le istituzioni locali devono fare tutto per portare a Cattolica la salma del fondatore. Il ricordo delle proprie radici deve costituire un obbligo morale verso le nuove generazioni perchè un popolo che non ricorda il proprio passato e le proprie radici non avrà mai un futuro.
Leonardo Catalano
Diffondere e valorizzare la conoscenza delle nostre radici è un compito che ogni cattolicese dovrebbe sentire proprio. Speriamo che lo stimolo giunga ai nostri amministratori, presenti e futuri, e, principalmente, a tutti i giovani di buona volontà, che invito a mandare un messaggio di condivisione.
Sarebbe una bella idea e appoggio quanto detto dal signor Mangiapane. Anche se ritengo che alle autorità importi poco e non credo faranno qualcosa in merito.
L’articolo del prof. Lorenzo Gurreri sulla tomba del fondatore del nostro paese mi spinge a considerare con la dovuta attenzione il problema da lui sollevato.
Il trasporto del sarcofago di Blasco Isfar nel nostro paese potrebbe dare l’opportunità alle autorità competenti di pensare seriamente all’istituzione nel nostro paese di un museo del quale da sempre si è parlato.
Certamente il Museo dovrebbe essere a tema con il nostro territorio e con la nostra storia; perciò lancio l’idea di istituire un museo con a tema la solidarietà tra popolo cristiano, musulmano ed ebraico, essendo stato il nostro territorio e le nostre genti accoglienti verso gli altri popoli e le altre religioni. Un chiaro segnale di ciò lo suggerisce l’importante insediamento nel monte della Giudecca. D’altronde i reperti archeologici non mancano: qualche anno fa, con l’opportunità del progetto DIALOGOS, nel monte sono stati effettuati dei saggi di scavo, con rinvenimenti importanti che potrebbero essere intensificati in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica di Agrigento, la Comunità Europea ed il Comune di Cattolica Eraclea.
Ciò darebbe l’opportunità al nostro paese di inserire forze lavoro non solo manuali ma anche intellettive per attivare anche una economia che non sia solo quella agricola.
Con questo mio commento voglio solo porre all’attenzione di coloro che sono interessati alle sorti nostro paese e principalmente a coloro che fra qualche mese saranno chiamati a reggerne la guida, di porre nel loro programma questo mio suggerimento.
Nel frattempo riprendendo il discorso sul sarcofago di Blasco suggerisco la posa dello stesso, previo accordo con l’autorità religiosa locale, nella chiesa del Colleggio di Maria, dato che è stata la cappella personale degli Isfar.
Ma in attesa che si compia la traslazione si potrebbe proporre ai responsabili della Chiesa di S. Domenico a Palermo, di installare a carico del Comune di Cattolica Eraclea, una lapide che ricordi più accuratamente chi è sepolto in quel sarcofago e quanta importanza abbia avuto non solo per il nostro paese ma anche per i palermitani ed i paesi vicini quali Misilmeri.
Vi ringrazio per l’attenzione che potrete prestare alla discussione.
Franco Mangiapane