Il giovane di Cattolica Eraclea, colpito dagli spari di un fucile, rimase ferito. Clamorosi gli esiti delle indagini dei RIS.
“Non posso essere certo perchè c’era buio, ma al 99 % fu lui a spararmi”. Così S.D., 29 anni, il giovane operaio di Cattolica Eraclea ferito da un bracconiere con due colpi di fucile, avrebbe riconosciuto in aula l’uomo che, secondo le accuse, tentò di ucciderlo.
maresciallo di nataleContinua dunque con le deposizioni dei testimoni davanti al tribunale di Agrigento il processo per tentato omicidio che vede imputato il macellaio cattolicese Salvatore Sciascia, 55 anni.
Dopo aver ascoltato l’ex maresciallo dei carabinieri di Cattolica Eraclea, Donato De Tommaso, che diede inizio alle indagini, sono stati sentiti ieri dai giudici del tribunale agrigentino il giovane e la moglie che era con lui la notte dell’agguato.
Altri testimoni saranno sentiti nella prossima udienza fissata a novembre. S.D., che si è costituito parte civile, è assistito dall’avvocato Pierluigi Cappello, l’imputato è difeso dall’avvocato Nino Gaziano e Sabrina Rondelli.
Il tentato omicidio del giovane cattolicese risale al 28 agosto del 2004. Il ragazzo era nella sua casa di campagna contrada Giaiamo, i bracconieri entrarono nel suo terreno, scavalcando il recinto, per una battuta di caccia notturna, lui gli disse di andarsene e fu colpito da colpi di fucile e rimase ferito al volto, al torace e alle braccia.
Le indagini, avviate dai carabinieri della locale stazione e della tenenza di Ribera, permisero di rintracciare i bossoli delle cartucce esplose nel terreno in cui si verificò il fatto.
Furono poi sequestrati i fucili ad alcuni cacciatori cattolicesi. Dalle perizie balistiche eseguite dai carabinieri del RIS di Messina è poi venuto fuori che il fucile calibro 12 da cui furono esplosi i colpi che ferirono il giovane potrebbe essere quello sequestrato all’imputato il quale, secondo i RIS, avrebbe anche manomesso il fucile al fine di sviare le indagini.
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