Pino Pennino: l’intervista su Dantebus
L’intervista all’autore cattolicese su Dantebus.com
Da dove nasce l’intenzione di pubblicare una sua personale raccolta di testi?
Dal desiderio di sapere se le mie poesie, profonde o meno di significato, potevano piacere anche ad altri, di qualunque ceto, cultura, età, sesso, religione.
Come ha scelto il titolo dell’opera e perché?
Avendo constatato negli anni, a mio avviso, sempre più la mancanza di Fede, il non rispetto degli Anziani, della Famiglia, dei Genitori ecc. per una semplicistica educazione familiare e scolastica, civile, sociale, ho sentito il bisogno di scrivere le mie riflessioni sperando in un mondo più sereno. Per questo ho scelto di dare all’opera il titolo: “I VERI VALORI, GRANDI TESORI” individuabili nelle diverse poesie.
Ritiene che l’immagine della copertina rispecchi il contenuto e l’intento del suo libro?
Sì, molto, perché l’immagine dei fiori e la vivacità dei colori ricordano la Bellezza di Dio e del Suo immenso Amore, la profondità e le dolcezze che emergono dalla lettura delle poesie.
In che modo ha selezionato i testi da pubblicare? Sono testi scritti con l’intenzione di far parte di un’unica pubblicazione oppure li ha selezioni successivamente tra tutta la sua produzione letteraria?
Era ed è difficile pubblicare tutte le poesie in un solo volume essendo circa quattrocento. Perciò ho selezionato le poesie da pubblicare scegliendo quelle di contenuto religioso e sociale.
Qual è il messaggio che desidera lanciare ai lettori tramite il suo libro?
Quello di ritornare ad apprezzare i veri valori dell’Uomo: il Diritto alla Vita, il dignitoso lavoro, l’appartenere a una Famiglia composta da Papà, Mamma, Fratelli, Sorelle, Nonni, Nonne, Zii, Zie, Cugini, cugine, Nipoti, il rispettare la Persona di qualsiasi lingua, popolo, religione e nazione, la Libertà di professare la propria Fede qualunque essa sia, l’avere il senso della Comunanza e della Fratellanza e tant’altro.
Quali sono i suoi punti di riferimento letterari? Quali autori l’hanno più influenzata a livello stilistico e perché?
Gli Autori ai quali mi sono ispirato, sia per le forme, le metriche, sono in particolare: Giovanni Pascoli, Ludovico Ariosto, Alessandro Manzoni, Giacomo Leopardi ed Edmondo De Amicis ed altri ai quali mi sono anche ispirato.
Quanto e in che modo la sua vita privata, gli studi intrapresi e il suo lavoro influenzano la sua scrittura? Può farci un esempio citando uno dei testi in cui emerge questo aspetto?
Non v’è dubbio che la mia vita privata abbia influito molto sulle poesie. Infatti alcuni testi sono dedicati ai membri della mia Famiglia: “A me’ Matri”, “A me’ Patri”, “A mio Padre” “A mia Moglie”, “Al mio Fabio”, “A mio Fratello”; altri agli Anziani che ho avuto modo di conoscere e apprezzare; altri all’Amore verso le Persone care ed altre ancora agli Amici e Colleghi.
Riesce ad immaginare la sua vita senza la scrittura?
No, perché alla mia età scrivendo le poesie esprimo i miei pensieri e immagino un mondo migliore che mi aiuta ad andare avanti.
I termini che sceglie di utilizzare nelle sue poesie sono ricercati e studiati oppure sono frutto dell’ispirazione del momento?
I termini che ho scelto di utilizzare nei miei testi sono frutto della ispirazione del momento.
Quale tra le poesie della raccolta sente più cara o rispecchia maggiormente il suo sé poetico e perché?
Tra i miei numerosi scritti ve ne sono tanti che rispecchiano maggiormente il mio modo di comporre le mie poesie. Le poesie che più delle altre mi sono care sicuramente sono quelle dedicate al Papà: “A me’ Patri”, (scritta a Bozzolo – MN – nel 1962 una settimana dopo la Sua morte), e “A mio Padre”, (scritta a Desio – MI – nell’agosto 1991), perché orfano di Mamma era l’unico (dopo di Lui mio Fratello) che mi sosteneva in tutto, mi dava buoni consigli che tuttora mi aiutano a superare le difficoltà della vita.
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