“Alba romagnola” – poesia di Salvatore Armando Santoro
All’alba,
quando il mar schiude i cancelli,
e l’onde abbraccia
striate di rosino,
scivola lenta in mare una paranza
sospinta da un debole garbino.
Voci distanti
lambiscono la rena,
un “issa”
urlato giunge da lontano,
un “tira” s’accompagna
e il verso strano
dei puffini
dal ciel ridonda al piano.
Sguazzi attorno al timone,
e la carrucola che gira,
la prua che solca il mare
e lo scolora,
l’ombra che si distende sopra l’onda
che s’allunga, si frange
e poi s’affonda.
L’occhio proteso
a misurar la rete,
le prede che sguazzano,
ormai invano,
l’odor del pesce fresco
e della morte
che impassibile
arriva piano piano.
E il sole, alfin,
che già raddrizza i rai
e la spiaggia che s’affolla
di bagnanti,
di bimbi gioiosi
che guazzano tra l’alghe
mentre un odor di piade
si diffonde
e corre appetitoso sopra l’onde.
Santoro Salvatore Armando
(Boccheggiano 19/08/2006 13.04)
www.circoloculturaleluzi.net (Organizzatore del Bando Letterario Europeo di Poesia e Narrativa Città di Montieri)
Garbino = vento di Libeccio (così chiamato sull’Adriatico)
Puffini = Sono una sorta di uccelli marini (le cosiddette Berte)
Paranza= è un barcone da pesca simile ad un peschereccio
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