Tra i boschi di Monte Sara si risvegliano i vulcanelli
In tempi in cui si verificano sconvolgimenti del sottosuolo, tra vulcani in eruzione e migliaia di tonnellate di petrolio che succhiati dal centro della terra invadono le coste del continente americano, ecco che si risvegliano pure i vulcanetti di Monte Sara, posti in territorio di Ribera, a cavallo dell’agro di Cattolica Eraclea. Sono tornati in attività in questi giorni una mezza dozzina di vulcanetti che, tra i boschi della collina, emanano gas, argilla e acqua, lungo il costone e per una lunghezza di circa un chilometro.
Ad accorgersi del fenomeno eruttivo sono stati le guardie del Corpo Forestale del distaccamento di Ribera che, per competenza territoriale, vigilando tra centinaia di ettari di bosco, hanno fatto intervenire Mimmo Macaluso, ricercatore, responsabile della sezione subacquea della Lega Navale di Sciacca e ispettore onorario dei Beni Culturali e Ambientali della Regione Siciliana.
Il sopralluogo è avvenuto alle pendici di Monte Sara dove sono comparse delle bocche eruttive che continuano a mandare fuori soprattutto argilla verdastra, frammista in parte a gas del tipo metano e in parte ad acqua fredda, sul costone che guarda in direzione di Cianciana.
La lunga colata scivola giù per la colllina, tra gli alberi di pino, e si ferma, dopo un migliaio di metri, quasi all’altezza del ponte Maurici, sulla tratta ferroviaria da decenni dimessa, tra Ribera e Cattolica Eraclea.
Al sopralluogo hanno preso parte, oltre al Macaluso, anche gli ispettori del Corpo Forestale di Ribera Salvatore Nocilla e Nunzio Mirabile che hanno guidato la delegazione sul posto.
«Si tratta di un vulcanesimo sedimentario – ci dice il l’ispettore onorario Mimmo Macaluso – legato alla presenza di sacche di metano che, accumulandosi e aumentando di pressione, si liberano con getti bassi che portano in superficie gas, argilla e metano.
E’ un fenomeno molto simile alle Maccalube di Aragona ed è dissimile dal vulcanesimo perché questi ha una camera magmatica che poi esplode. Il fenomeno è interessante dal punto di vista scientifico”.
Il dott. Macaluso, che ha rilevato l’area con il gps, ha eseguito un prelievo di frammenti di argilla e di acqua che sono stati inviati per le analisi all’Istituto Nazionale di Geofisica e di Vulcanologia di Catania.
Il fenomeno eruttivo era stato intenso nel 1996 quando aveva suscitato l’interesse dell’Ordine Regionale dei Geologi presieduto dal riberese Emanuele Siragusa.
ENZO MINIO – LA SICILIA
Volevo sapere che succede adesso.
Se contamina le terre . … ho pure . prentera piu valore .un giorno..
Perche cio proprieta in quella contrata.
Se qualcuno …….puo rispontere ……GRAZIE