BENI CONFISCATI. Casa del boss assegnata al Giudice di Pace di Cattolica Eraclea
L´utilizzo dei beni confiscati alla mafia e la situazione degli uffici giudiziari del circondario.
Sono tra i punti all´ordine del giorno della prossima seduta della Commissione di Manutenzione degli Uffici Giudiziari di Agrigento convocata per il primo marzo, presieduta dal Presidente del Tribunale Luigi D´Angelo e composta, come membri di diritto, dal Procuratore della Repubblica, dai Coordinatori degli Uffici del Giudice di Pace del circondario, dai Dirigenti amministrativi degli Uffici e dal Presidente del Consiglio dell´Ordine degli Avvocati.
Particolare rilevanza sarà data alla delicatezza delle complessive condizioni strutturali della Sezione distaccata di Licata, centro dove si registra un clima di diffusa criminalità che emerge da fatti accaduti di recente (cinque gli avvocati intimiditi negli ultimi mesi), fatti che hanno sensibilizzato il Presidente della Corte di Appello a convocare eccezionalmente in Agrigento, avvenimento che ha pochi e remoti precedenti, la riunione del 5 marzo del Consiglio Giudiziario, presieduto dallo stesso Presidente della Corte di Appello e composto dal Procuratore Generale presso la stessa Corte di Appello e da oltre una decina di magistrati del distretto.
Il primo punto all´ordine del giorno su cui la Commissione di Manutenzione dovrà pronunciarsi il primo marzo, sancirà la destinazione ad Ufficio del Giudice di Pace di Cattolica Eraclea di un edificio confiscato a Domenico Terrasi, presunto boss cattolicese storicamente affiliato a “Cosa nostra”. L´alto valore simbolico di questo evento e la necessità di adottare su Licata decisioni nel rigoroso rispetto delle forme istituzionali ha indotto la commissione ad estendere l´invito al Capo Dipartimento del Ministero della Giustizia ed al Presidente della Corte di Appello di Palermo.
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